Isole ecologiche

La raccolta differenziata nell’Ateneo 

L’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo ha previsto la distribuzione e l’installazione di nuove isole ecologiche per la raccolta differenziata presso le sue sedi. Il progetto è finalizzato alla promozione di uno stile di vita sostenibile e alla riduzione dell’inquinamento ambientale.

Il recupero e il riutilizzo di materiali di scarto permette di ridurre l’impiego di materie prime per la realizzazione di nuovi prodotti e a contenere i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti generate dai processi produttivi.

Ogni rifiuto al suo posto

    • Separa accuratamente i materiali in base alle diverse tipologie;
    • rimuovi gli scarti e i residui di cibo dagli imballaggi;
    • riduci il volume degli oggetti prima di gettarli;
    • assicurati di non cadere nelle trappole più comuni della raccolta differenziata: i falsi amici del vetro (es. cristallo, ceramica e pyrex), della carta (es. scontrini e fazzoletti sporchi) o della plastica (es. posate in plastica, piccoli elettrodomestici e articoli di cancelleria e da ufficio) portano a commettere errori di separazione e a peggiorare la qualità della raccolta.

Ricicla il bicchiere del caffè anche se sporco… purché sia vuoto!

Per sciogliere qualsiasi dubbio, è possibile scaricare l’app gratuita Il Rifiutologo di Hera e seguirne le indicazioni. 

Tutte le informazioni relative al servizio di raccolta differenziata presso il proprio Comune di residenza sono messe a disposizione dal rispettivo gestore dei servizi di pubblica utilità. 

I servizi di raccolta

Sedi di Urbino

I servizi di raccolta dei rifiuti presso le sedi vengono forniti da Marche Multiservizi S.p.A.

Sede di Fano

I servizi di raccolta dei rifiuti presso la sede vengono forniti da Aset S.p.A.

Raccolta differenziata

Perché la raccolta differenziata?

Nell’Unione europea si producono ogni anno più di 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti. D’altra parte, l’attuale tasso di sfruttamento di risorse limitate e il cambiamento climatico rendono necessario il passaggio a una società sostenibile dal punto di vista ambientale, libera da sostanze tossiche, a zero emissioni di carbonio e completamente circolare entro il 2050.

La plastica, in particolare, si trova ovunque, nell’ambiente (acqua, aria, cibo, ecc.) e anche negli organismi animali (uomo incluso), con conseguenze negative sulla salute degli ecosistemi e dei suoi componenti. 

Alcune stime suggeriscono che il 92% delle 5.25 trilioni di particelle di plastica che si trovano sulla superficie dell’oceano sono microplastiche, ovvero frammenti di plastica di grandezza inferiore a 5 mm derivanti dalla degradazione di diversi tipi di oggetti tra cui bottiglie, piatti, bicchieri, packaging di alimenti, buste di plastica, materiali per la pesca e l’edilizia ecc. (Coyle et al. (2020), Microplastics in the marine environment: A review of their sources, distribution processes, uptake and exchange in ecosystems, Case Studies in Chemical and Environmental Engineering, https://doi.org/10.1016/j.cscee.2020.100010).

Il modello economico lineare

Per questo diventa fondamentale abbandonare il modello economico lineare, fondato sullo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare” e adottare un approccio sistemico, basato sulla sobrietà e sull’economia circolare, per costruire processi di produzione e consumo che consentano di estendere il ciclo di vita dei prodotti, riciclandoli quando hanno terminato la loro funzione, minimizzando il livello di rifiuti e generare ulteriore valore. 

I benefici dell’economia circolare sono molteplici.

Sul fronte ambientale, il riutilizzo e il riciclo dei prodotti riducono l’uso di energia, lo sfruttamento delle risorse naturali, la distruzione del paesaggio e degli ecosistemi, contribuendo a limitare la perdita di biodiversità e le emissioni annuali di gas a effetto serra. 

Il passaggio all’economia circolare, ad esempio attraverso la riprogettazione di materiali e prodotti, può contribuire anche alla crescita economica e all’aumento dell’occupazione, oltre a migliorare la competitività e stimolare l’innovazione.

L’economia circolare consente, inoltre, di ridurre l’importazione di materie prime e il deficit commerciale, mitigando i rischi legati alla volatilità dei prezzi e alla limitatezza delle risorse. Ciò vale, in particolare, per i materiali necessari per tecnologie quali, ad esempio, batterie e motori elettrici, il cui processo di estrazione determina peraltro un forte impatto sull’ambiente, un elevato consumo di energia e alti livelli di emissioni di CO2. 

Riduzione dei rifiuti, ecodesign per prodotti innovativi, riciclabili/riparabili e riutilizzo dei materiali determinerebbero, quindi, anche un risparmio per imprese e consumatori e un miglioramento della qualità della vita.

Sul fronte normativo, in linea con gli SDGs 11 (Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili) e 12 (Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo) dell’Agenda ONU 2030, la gestione dei rifiuti in Italia costituisce un’attività di pubblico interesse e si conforma alle indicazioni del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i. Tale Decreto introduce i princìpi del Codice Ambientale, tra i quali la responsabilizzazione e la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo dei diversi prodotti da cui hanno origine i rifiuti.

Se vuoi approfondire...
  • Corso Lezione Zero: Obiettivo 11 — Mettiamo in circolo i rifiuti, Prof. Fabio Tatano – vedi video
  • Corso Lezione Zero: Obiettivo 14 — Sostenibilità e oceani, Prof. ssa Antonella Penna – vedi video
  • ASVIS (2023) scarica documento
  • Heather A. Leslie, Martin J.M. van Velzen, Sicco H. Brandsma, A. Dick Vethaak, Juan J. Garcia-Vallejo, Marja H. Lamoree (2022), Discovery and quantification of plastic particle pollution in human blood, Environmental International – vedi pubblicazione
  • Studi e Ricerche / Rifiuti E Circular Economysito web informativo
  • Coyle et al. (2020), Microplastics in the marine environment: A review of their sources, distribution processes, uptake and exchange in ecosystems, Case Studies in Chemical and Environmental Engineering, vedi pubblicazione
  • ISPRA (2023), Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2023, sito web informativo
  • ISTAT (2023) Rapporto SDGs 2023. Informazioni statistiche per l’agenda 2030 in italia –  vedi pubblicazione
  • The environmental impacts of plastics and micro-plastics use, waste and pollution: EU and national measuresvedi pubblicazione
  • Piano d’azione per l’economia circolare UE vedi pubblicazione 
  • Progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia –  vedi pubblicazione
  • Diritto alla riparazione / non obsolescenza – vedi pubblicazione 

Nuove isole ecologiche

Il progetto è frutto della collaborazione tra Università e Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino (ISIA). In particolare, Sofia Bernasconi e Edoardo Folli, con il coordinamento del Prof. Giuseppe Roberto Biagetti, hanno contribuito alla realizzazione dei nuovi disegni, ispirandosi a una serie di princìpi guida, come di seguito specificato:

Il progetto è stato sviluppato concentrandosi principalmente su riconoscibilità, immediatezza e piena accessibilità, attraverso un confronto costante con i referenti Uniurb per quanto riguardava le necessità pratiche e di fattibilità.

Abbiamo optato per una grafica pulita e semplice per tutti i cestini, raffigurante l’immagine stilizzata di un rifiuto rappresentativo della singola categoria che rendesse subito visibile al fruitore cosa gettare in ogni contenitore

I raccoglitori per l’indifferenziata sono stati progettati con dimensioni ridotte e senza alcuna grafica come primo invito verso una graduale e progressiva diminuzione delle quantità di quei rifiuti che producono un maggior impatto ambientale, economico e sociale, per giungere a un’auspicabile definitiva dismissione del secco residuo.

Su coperchi e pannelli è stampato il Qr Code che collega l’utente alla pagina web di Ateneo dove sono riportate indicazioni utili a smaltire correttamente i rifiuti.

Ci teniamo a ringraziare non solo chi ci ha dato l’opportunità di lavorare a questo progetto riguardante un tema a cui teniamo molto, ma anche le persone con cui abbiamo collaborato in questi mesi per la disponibilità e l’aiuto che ci hanno fornito.

Speriamo che la grafica riesca a incentivare tutti noi a sentirsi sempre più responsabili rispetto alle sorti del nostro pianeta, perché il cambiamento parte da noi e da ogni nostro piccolo gesto quotidiano”.

Per la comprensione da parte di ospiti internazionali, tutte le scritte sono state oggetto di traduzione in lingua inglese a cura della Prof.ssa Catherine Lea Farwell, mentre il font, individuato dallo Staff Comunicazione, Portale Web, Social Media e Multimedialità di Ateneo, è dotato di un particolare design tipografico che aumenta la riconoscibilità dei caratteri per lettori ipovedenti. Inoltre, in linea con l’obiettivo del progetto stesso, la tecnica utilizzata per la stampa di scritte, codici QR e immagini consente la riciclabilità dei prodotti giunti a fine ciclo vitale.

I pannelli riportano una citazione di Alexander Langer, estrapolata dall’intervento “Raccogliere e onorare i rifiuti, una scelta di civiltà” a “La terre aux humains” (Lione, 1992), quale riflessione su stili di vita sobri e sostenibili.

EcoBox

Toner, cartucce e pile esauste

Nell’ottica di massimizzare la raccolta differenziata, l’Università ha previsto anche il collocamento di EcoBox presso alcune sedi dove conferire: cartucce toner per stampanti laser, fax e fotocopiatrici, contenitori toner e unità tamburo per fotocopiatrici, cartucce a getto d’inchiostro per stampanti, fax e fotocopiatrici, nastri per stampanti ad aghi.

Tutte le portinerie sono munite di contenitori per la raccolta di pile esauste.

Tappi di sughero e plastica

Una risorsa preziosa

Sono in fase di progettazione la predisposizione di aree designate come punti di raccolta per il conferimento della frazione organica e la raccolta di tappi di sughero e di plastica.

I tappi di plastica, spesso trascurati, sono una risorsa preziosa che può essere reinvestita per creare un impatto positivo sul nostro pianeta. Infatti:

    • con ogni tappo raccolto si contribuisce alla riduzione di rifiuti;
    • il riciclo dei tappi consente di ridurre l’estrazione di nuove risorse, preservando l’ambiente e risparmiando le energie necessarie per la produzione di plastica;
    • molti programmi di raccolta di tappi di plastica promuovono il benessere sociale e il miglioramento delle condizioni di vita di persone svantaggiate.

L’Ateneo di Urbino raccoglie i tappi in contenitori dedicati presso le Portinerie dei diversi plessi, consegnandoli successivamente a imprese marchigiane specializzate nella raccolta di rifiuti speciali, nel riciclaggio e nello stoccaggio di materiali e prodotti plastici.

Il ricavato viene devoluto al Centro Mondialità Sviluppo Reciproco che cura, dal 2003, il coordinamento di un progetto proposto dalla Caritas Diocesana di Livorno.

L’obiettivo è quello di sostenere investimenti per l’approvvigionamento idrico in alcune regioni della Tanzania, effettuando indagini idrogeologiche per valutare i punti migliori di approvvigionamento  e coinvolgendo direttamente gli abitanti dei villaggi segnati da gravi problemi di siccità nei lavori di costruzione, manutenzione e gestione degli impianti. 

Attualmente sono stati raggiunti 58 villaggi, costruiti 66 pozzi di acqua potabile e 10 acquedotti. 

Tutte le informazioni ai link: